La Storia "DEI CELTI DI MODENA"
Le origini di Modena risalgono al periodo etrusco,
come testimoniato dalla radice del nome romano della città, Mutina,
derivante dalla parola Mut, cioè piccolo rialzo del terreno. Dopo il
declino della potenza etrusca il territorio fu occupato dai Celti,
successivamente sconfitti dai Romani. Sotto il governo di Roma,
soprattutto dopo la costruzione della via Emilia avvenuta tra il 189 e il 187 a.C., Mutina crebbe, raggiungendo il suo periodo di massimo splendore,
durante il quale arrivò ad avere tra i 15 ed i 20 mila abitanti. Il
centro era collocato più ad est rispetto a quello attuale, infatti la
zona dove ora si trova piazza Grande era, all’epoca, un'area
cimiteriale esterna alle mura. Qui, nel 397, fu inumato San
Geminiano, secondo vescovo di Modena, poi divenuto protettore della
città.
Se l'alto medioevo fu un periodo difficile, durante il quale la popolazione lasciò la città a causa di rovinose alluvioni, nel IX secolo il vescovo Leodoino, grazie ai privilegi ricevuti da parte dell'Imperatore Guido, poté creare le condizioni per il ripopolamento costruendo una cerchia di mura e regolamentando le acque dei canali. Il centro si spostò quindi nell'area intorno alla chiesa dedicata a San Geminiano, fulcro della nuova vita cittadina,dove,nel 1099, venne intrapresa la costruzione della nuova Cattedrale.
La principale piazza di Modena iniziò così a prendere forma, grazie anche alla serie di edifici adibiti a sede del Comune che, costruiti in più momenti dal Mille al Quattrocento, furono in seguito trasformati in un palazzo unitario dall'ampio colonnato seicentesco. Il Duomo, la torre Ghirlandina e Piazza Grande sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1997. Col trasferimento, nel 1598, della capitale del Ducato Estense da Ferrara a Modena, la città ebbe un forte impulso allo sviluppo e per renderla adeguata al suo nuovo ruolo, poco dopo il 1630, Francesco I d'Este avviò i lavori di costruzione di numerose chiese, oltre che di prestigiosi edifici come l’imponente Palazzo Ducale.
Il centro cittadino iniziò ad assumere l'aspetto attuale nel Settecento, durante un periodo di sviluppo e abbellimento urbano voluto dal duca Francesco III. Dopo la parentesi del periodo napoleonico, la famiglia ducale tornò al potere come dinastia d’Austria Este fino al 1859, anno in cui Francesco V, ultimo duca di Modena, lasciò la città all'esercito unitario. Nel corso dei secoli il centro di Modena si ingrandì acquistando signorilità: i canali insalubri furono coperti per creare nuove strade, i palazzi e le chiese vennero abbelliti e ristrutturati, mantenendo il caldo color mattone che risplende nelle giornate estive.
Concludendo non si può trascurare l’aspetto prettamente artistico: a Modena nacquero grandi maestri plasticatori, le cui splendide opere in terracotta tuttora arricchiscono chiese e palazzi. Tra Quattrocento e Cinquecento raggiunsero traguardi notevolissimi Guido Mazzoni e Antonio Begarelli;il primo al servizio degli Aragonesi a Napoli, degli Este a Ferrara, del re di Francia, realizzò a Modena il presepe Porrini (detto Madonna della Pappa) in Duomo, un bellissimo Compianto sul Cristo Morto nella chiesa di San Giovanni Battista ed alcune opere frammentarie in Galleria Estense. Del Begarelli, citato nelle Vite di Giorgio Vasari, sono presenti numerose sculture all’interno delle chiese di Sant'Agostino, San Domenico, San Pietro e San Francesco, oltre che in Galleria Estense, al Museo Civico d'Arte e in Duomo.
Se l'alto medioevo fu un periodo difficile, durante il quale la popolazione lasciò la città a causa di rovinose alluvioni, nel IX secolo il vescovo Leodoino, grazie ai privilegi ricevuti da parte dell'Imperatore Guido, poté creare le condizioni per il ripopolamento costruendo una cerchia di mura e regolamentando le acque dei canali. Il centro si spostò quindi nell'area intorno alla chiesa dedicata a San Geminiano, fulcro della nuova vita cittadina,dove,nel 1099, venne intrapresa la costruzione della nuova Cattedrale.
La principale piazza di Modena iniziò così a prendere forma, grazie anche alla serie di edifici adibiti a sede del Comune che, costruiti in più momenti dal Mille al Quattrocento, furono in seguito trasformati in un palazzo unitario dall'ampio colonnato seicentesco. Il Duomo, la torre Ghirlandina e Piazza Grande sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1997. Col trasferimento, nel 1598, della capitale del Ducato Estense da Ferrara a Modena, la città ebbe un forte impulso allo sviluppo e per renderla adeguata al suo nuovo ruolo, poco dopo il 1630, Francesco I d'Este avviò i lavori di costruzione di numerose chiese, oltre che di prestigiosi edifici come l’imponente Palazzo Ducale.
Il centro cittadino iniziò ad assumere l'aspetto attuale nel Settecento, durante un periodo di sviluppo e abbellimento urbano voluto dal duca Francesco III. Dopo la parentesi del periodo napoleonico, la famiglia ducale tornò al potere come dinastia d’Austria Este fino al 1859, anno in cui Francesco V, ultimo duca di Modena, lasciò la città all'esercito unitario. Nel corso dei secoli il centro di Modena si ingrandì acquistando signorilità: i canali insalubri furono coperti per creare nuove strade, i palazzi e le chiese vennero abbelliti e ristrutturati, mantenendo il caldo color mattone che risplende nelle giornate estive.
Concludendo non si può trascurare l’aspetto prettamente artistico: a Modena nacquero grandi maestri plasticatori, le cui splendide opere in terracotta tuttora arricchiscono chiese e palazzi. Tra Quattrocento e Cinquecento raggiunsero traguardi notevolissimi Guido Mazzoni e Antonio Begarelli;il primo al servizio degli Aragonesi a Napoli, degli Este a Ferrara, del re di Francia, realizzò a Modena il presepe Porrini (detto Madonna della Pappa) in Duomo, un bellissimo Compianto sul Cristo Morto nella chiesa di San Giovanni Battista ed alcune opere frammentarie in Galleria Estense. Del Begarelli, citato nelle Vite di Giorgio Vasari, sono presenti numerose sculture all’interno delle chiese di Sant'Agostino, San Domenico, San Pietro e San Francesco, oltre che in Galleria Estense, al Museo Civico d'Arte e in Duomo.
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